Parrocchia

Il Tempio Votivo di Santa Lucia

Il Tempio Votivo della pace è la chiesa parrocchiale della Conca d’Oro: eretto per adempiere il voto fatto dalla Città di Bergamo nel 1943 e consacrato il aprile 1952.
Vi si tengono le principali liturgie.

Tempio Votivo della Pace

La chiesetta di Santa Lucia

La Chiesetta di S. Lucia vecchia, consacrata al SS. Nome di Gesù e a S. Lucia. Risale al 1397 ed è stata riaperta al culto il 23 maggio 1980.
Vi si celebra nei giorni feriali e per le necessità dei gruppi.

Chiesetta di Santa Lucia vecchia

La storia della parrocchia di Santa Lucia

Antefatti

Conca di Santa Lucia

La conca di Santa Lucia
(dalla pianta di Bergamo di Pierre Mortier – 1704)

13 dicembre – Giuseppe Ronchetti nel 1818 in “Memorie istoriche della città e chiesa di Bergamo” scrive che il vescovo Cipriano degli Alessandri “…benedisse la prima pietra del monastero di Santa Lucia in Broseta….” al centro dell’amena conca tra il borgo Canale e il borgo San Alessandro.

Il monastero domenicano femminile darà in seguito nome all’intera contrada. La devozione a Santa Lucia è consolidata in Bergamo: lo documenta la lunetta sul portale d’angolo di Santa Maria Maggiore rivolto verso il Duomo.

Si tratta di scultura risalente approssimativamente al secolo XI° inserita a metà ‘300 nel portalino dei Maestri Campionesi: rappresenta la nascita di Maria; Lucia, identificata dal nome inciso nella pietra, vi partecipa come ancella addetta al bagno della Neonata.

Porta nera Loreto

La porta nera di Loreto
(prima della demolizione nel 1831)

Nella contrada Broseta Foris detta anche Borgo Pompiliano, che solo in seguito verrà denominata Loreto, viene costruita una cappella dedicata alla Vergine Annunciata di fronte alla Porta nera, ai margini del bosco detto Polaresco, antico avanposto difensivo della città.

La cappella sarà punto di culto e di aggregazione per gli abitanti delle cascine sparse nella conca, lontano dalla chiesa di Santa Grata inter vites, al tempo parrocchia dell’intera plaga.

Nella rappresentazione di Bergamo risalente a metà ‘400, prima veduta realistica della Città con la precisa identificazione dei suoi luoghi, il monastero “Santa Lizia” è rappresentato con due campaniletti al margine sinistro oltre “lo rizzolo” e la cinta delle nuove Muraine.

La costruzione delle Muraine di fatto separerà l’area di Broseta dalla città determinando l’isolamento del convento domenicano di Santa Lucia, rischiosamente esposto a infauste vicende.

Costruzione delle Muraine

Il 18 ottobre, a scopi precauzionali, il convento di Santa Lucia viene trasferito all’interno delle Muraine, aggregato al convento di Sant’Agata ai margini del Prato della Fiera.

La Conca D'oro
La Conca d’oro dopo la costruzione delle mura venete
(da G.Paolo Lolmo – Pala del voto – 1581)

La costruzione dello spalto di Santa Grata e del bastione di San Giovanni delle nuove mura venete isolano ulteriormente la conca di Santa Lucia.

Convento Sant'Agata e Lucia
Il convento di Santa Agata e Lucia ai margini di Borgo S. Leonardo
(al centro verso destra – dalla Carta di Bergamo detta del Cima – sec.XVII )

Dagli atti della visita apostolica di Carlo Borromeo la chiesetta di Santa Lucia risulta piena di attrezzi agricoli. La chiesa cade in rovina. Anche il culto di Santa Lucia si trasferisce nel convento di Santa Lucia e Agata in contrada di Prato, all’imbocco di quello che sarà il Sentierone.

Il convento verrà soppresso nel 1798 per decisione della Repubblica Cisalpina e verrà definitivamente demolito nel primo ‘900 per lasciare spazio al nuovo centro piacentiniano.
Lantica devozione a Santa Lucia continua però nella chiesa dello Spasimo in via XX settembre, poco distante dal convento demolito, dove la santa è venerata in una statua in cera, giacente in teca di cristallo.

Teca Santa Lucia

Storia della peste

Il medico Lorenzo Ghirardelli documenta la tremenda epidemia di peste del 1630 in una dettagliata cronaca, la “Historia del memorando contagio”.

A proposito dei ruderi del convento di Santa Lucia vecchia, isolati nella periferica conca oltre le Muraine, vi scrive: “…Conservava l’atmosfera sacra dell’antico Convento un avanzo di muro sbrecciato che manteneva, sorprendentemente illeso, l’affresco di Cristo curvato sulla strada del Calvario: la fama prodigiosa dell “Immagine attirava i dolenti anche da lontani paesi…”

A questa reliquia anche lo stesso Lorenzo Ghirardelli, colpito dalla peste, si rivolge e offre un voto nell’ora angosciosa in cui “…languiva pur anco a morte”. Lorenzo Ghirardelli sopravvive all’epidemia.

Per esaudire il suo voto, il 15 aprile con rogito del notaio Bernardino Facheris, Lorenzo Ghirardelli acquista “…casa e ortaglie in Santa Lucia Vetera” per ricostruire la chiesa.

Lorenzo Girardelli muore senza essere riuscito ad adempiere il voto: lo fanno per lui i figli Alessandro e Andrea.

Chiesa Santissimo Gesù

Il giorno 1 novembre il vescovo Daniele Giustiniani consacra la nuova chiesa che viene intitolata al SS.mo Nome di Gesù in coerenza con l’effigie cui era stata rivolta la promessa ai tempi del “memorando contagio”.
Alessandro, arciprete di Clusone, e Andrea, cancelliere della città, così celebrano il compimento del voto: “…pertanto non dovendo qui mancare un tempietto dedicato al Salvatore.

Perciò noi due fratelli, padroni di questo luogo, con una sola fede ed un cuore solo, bramando di procurare la salute nostra ed il vantaggio di tutti quelli che abitano vicino a noi e, sopra ogni cosa la gloria di Gesù, al quale abbiamo dedicato il nostro cuore, rinnoviamo l’altare, innalziamo la casa per il sacerdote e per il sacrista, diamo i fondi per la messa quotidiana e perpetua: sotto l’altare collochiamo quattro reliquie in bellissima urna, adorniamo l’edificio ed aggiungiamo alla chiesa la dote di qualche altro vantaggio (rendita di terreni siti in Curno).

Noi fratelli, lieti ogni dire di tanto bene, contenti di aver adempiuto il voto, celebriamo la nostra inaugurazione, cantiamo le nozze dello sposo, lodiamo i trionfi di Gesù in versi e in prosa…”.

La chiesa è dotata di abitazione per il sacerdote e per il sacrista, dispone di un fondo per la messa quotidiana e perpetua e della rendita di terreni in Curno.

Andrea muore nel 1692 e viene sepolto nella chiesa: sulla lapide tuttora visibile si legge “Le spoglie mortali dell’egregio Signor Andrea Ghirardelli fu Lorenzo
segretario solertissimo della Città per anni 45 in questo sacrario da lui fatto costruire in pace riposano…. Nell”anno della salvezza MDCLXXXXII”

Lapide Andrea Ghirardelli

Madonna del Giglio e Santissimo Gesù

La nuova chiesa risulta simile per linee e proporzioni alla chiesa coeva della Madonna del Giglio, presso porta San Giacomo, opera della bottega Manni, ticinesi operanti all’epoca a Bergamo. I due edifici risultavano direttamente collegati dal vicolo Santa Lucia che dalla contrada di Loreto risale ancor oggi, con nuove denominazioni, a porta San Giacomo nella Città Alta.

Illustrzione Chiesa Santissimo Gesù

Il territorio intorno alla chiesa, non più dedicata a Santa Lucia ma al S.S. Nome di Gesù a seguito del lascito Ghirardelli, non subisce trasformazioni e si cristallizza in un ameno paesaggio agreste che lambisce i non più minacciosi contrafforti della fortezza di Bergamo: cosi lo illustra Giacomo Quarenghi in un disegno databile intorno al 1810.

In seguito al divieto di sepoltura nelle aree urbane, fuori Porta Broseta a servizio del sempre più popoloso Borgo di San Leonardo, viene creato un nuovo cimitero dedicato a Santa Lucia, restituendo la devozione dell’antico, non dimenticato, monastero.

Cartina di Bergamo nel 1810

Cartina di Bergamo nel 1830

Il 28 settembre il Consiglio Comunale discute la proposta per il rifacimento e la manutenzione della strada fuori Porta Broseta detta del Ghetto. La strada viene citata in una precisa descrizione “… si dirama dalla strada Regia fuori da Porta Broseta in fianco all’osteria Brolis e diregesi all’Oratorio di Santa Lucia Vecchia …”. Già la carta Mancini del 1816 e le successive mappe catastali consentono di individuare parte della via Santa Lucia Vecchia nell’attuale viale XXIV maggio.

Tiraboschi in “Nomi locali medievali” indica il toponimo Ghetto in case presso Santa Lucia Vecchia e la carta topografica dei primo ‘900, redatta per la costruzione del nuovo ospedale, colloca la cascina del Ghetto a metà dell’attuale viale XXIV maggio (all’altezza dell’ex camera mortuaria).

Il territorio di Loreto viene descritto nel volume Notizie patrie:

“Lungi non più di mezzo miglio dalla bassa città fuori dalla porta Broseta s’erge un tempio elegante di mediocre grandezza… L’amenità del sito, l’alta città e i colli che da mattina a monte vi fanno corona, il vaso della Roggia Serio che limpida scorre di contatto alla chiesa, la regia strada per Como che ne attraversa l’abitato, rendono questa piccola terra suburbana un delizioso soggiorno e la meta di un giocondo passeggio nelle ore fresche d’estate e nelle belle giornate di primavera e d’autunno.”

In Porta Broseta si insedia la filanda Berizzi dando avvio al nuovo destino proto industriale della parte bassa della conca di Santa Lucia lambita dalla roggia Serio.

Chiesa di Loreto

Grazie al lascito Mazzocchi viene costruita la nuova chiesa di Loreto su progetto di Vincenzo de Capitani.

Viene creata la parrocchia di Santa Maria di Loreto per distacco da Santa Grata inter vites. La nuova parrocchia include la vicinia di Santa Lucia vecchia con tutte le connesse pertinenze.

Il lascito Ghirardelli finisce nelle proprietà dell’Opera Pia Azzanelli Cedrelli e la chiesa diventa di patronato della stessa Opera.

Muraine prima della demolizione
1890 – Le muraine viste dal Paradiso
(prima della demolizione)

Con la demolizione delle Muraine la conca intorno alla chiesa di Santa Lucia perde il suo isolamento; al momento risulta congiunta alla città dal tortuoso tracciato di via delle Cavette che dal sagrato di Sant’Alessandro in Colonna, costeggiano il parco dei conti Belli, arrivava fino al Lapacano.

Ritratto famiglia Carminati
1919 – Romeo Bonomelli – Ritratto della famiglia Carminati

La chiesa di santa Lucia passa a privati; la famiglia Migliorini Carminati compera le Ortaglie del Paradiso, comprensive della chiesa e degli annessi fabbricati, con l’intenzione d’istituirvi un Orfanatrofio.

La chiesa viene officiata dal 1902 al 1922 dal figlio Angelo, sacerdote, ultimo esponente della facoltosa famiglia. Don Angelo devolverà tutto il patrimonio all’abbellimento della chiesa e all’aiuto ai derelitti.

Sede società elettrica Orobia
La sede della società Orobia nell’attuale via Nullo
prima luogo del cimitero di Santa Lucia

La costruzione del Cimitero Unico in Borgo Palazzo libera anche l’area del cimitero di Santa Lucia; subito vi s’insedia la società elettrica Orobia – in seguito ENEL.

I fratelli Ingegnoli di Milano in logica imprenditoriale comprano terreni per un fronte di 500 metri dal Lapacano verso S. Lucia; inizia la costruzione dei villini che verranno detti della Conca d’oro.
Vengono tracciate le nuove vie: Milano, Torino, Albrici, Alborghetti, Rismondo; nasce ufficialmente il quartiere di Santa Lucia.

Bergamo Istituti Educativi

Inizia la costruzione dell’Orfanatrofio Maschile sui terreni del lascito Carminati agli Istituti Educativi. La I^ guerra mondiale sospende l’insediamento dell’Istituto e l’edificio diventa ospedale militare con cappellano don Angelo Roncalli.

Don Andrea Castelli diventa cappellano della chiesa della vicinia di Santa Lucia. Nell’area abitano circa 400 persone, ma le costruzioni in atto e l’intricata rete del tracciato stradale lasciano presagire per il quartiere un notevole sviluppo.

Si comincia a pensare ad una chiesa nuova; Don Andrea Castelli lo annota nel suo diario come desiderio addirittura di Monsignor Radini Tedeschi, riportato dal segretario don Angelo Roncalli.

Nel piano regolatore promosso del Rotary club viene proposta per la prima volta l’idea del “traforo del Fortino” per unire il quartiere dei villini di Santa Lucia, in forte espansione, con la città.

Chiesa di Santa Lucia vergine e martire

Il primo febbraio il vescovo Luigi Maria Marelli rende l’area della Conca d’oro autonoma dalla parrocchia di Loreto e intitola ufficialmente la chiesa “Chiesa di Santa Lucia vergine e martire”, recuperando l’antica dedicazione.

Il decreto vescovile motiva lo smembramento dalla parrocchia suburbana di Santa Maria di Loreto per “…distanza della chiesa parrocchiale … angustia di quella chiesa … diversità di carattere ed educazione che esiste tra gli antichi parrocchiani di Loreto e la nuova popolazione che è venuta formandosi nel territorio della vicinia di Santa Lucia vecchia una volta disabitato… che pel momento nella vicinia si intende por mano all’ampliamento della chiesa, e quanto prima alla fabbrica di una chiesa nuova che sia più capace …”

Nella definizione dei confini della nuova parrocchia viene ribadito il toponimo “ghetto” per individuare il punto di connessione con la nuova via Mazzini e la via Santa Lucia nella sua parte che verrà poi intitolata XXIV maggio.
Don Andrea Castelli assume il titolo di delegato vescovile, non parroco, in quanto la parrocchia di nuova creazione non è ancora stata riconosciuta dal Governo italiano.

Su zelante impulso di don Andrea Castelli, viene acquistato il “bellissimo campo d’angolo” tra via Statuto e via Alborghetti, dove edificare la nuova chiesa. Gli abitanti della zona sono circa 1.000.

Il 3 dicembre viene completato il pagamento del terreno: il prezzo è di £ 310.000.

Don Andrea Castelli – molto amato dai parrocchiani – si ritira a S. Tomaso de Calvi, allora dipendente da S. Alessandro in Colonna.

Il 5 gennaio la Commissione per la nuova parrocchia affida il progetto all’ingegner Federico Rota, parrocchiano già noto a Bergamo per egregi lavori in edifici sacri.

La Parrocchia di Santa Lucia

Il 13 maggio il vescovo Adriano Bernareggi eleva la chiesa di Santa Lucia a parrocchia agli effetti ecclesiastici; verrà confermata parrocchia agli effetti civili con decreto del Presidente della Repubblica il 21 novembre 1949. Il 21 maggio si insedia il primo parroco, don Vittorio Aquilina.

L’8 ottobre viene solennemente benedetta la prima pietra della nuova chiesa; il progetto viene affidato all’ingegner Federico Rota.

Nel mese di novembre l’amministrazione dell’Orfanatrofio cede la chiesa di Santa Lucia alla curia di Bergamo.

Il 29 settembre il progetto della nuova chiesa viene sospeso in considerazione delle difficoltà del tempo di guerra.

Processione sulle mura Venete

Il 14 marzo, prima domenica di quaresima e terzo anno di guerra, il vescovo Adriano Bernareggi convoca solenne processione propiziatoria; vi confluiranno più di quarantamila persone al seguito del venerato Crocifisso di Rosate “…che ben altre volte vide davanti a sé la folla prostrata dei fedeli bergamaschi…” (dalla cronaca de L’Eco di Bergamo del 16 marzo ’43).
In piazza del Duomo il vescovo proclama solenne voto:

“Per la città domandiamo la protezione di Dio; domandiamo tale protezione con la mediazione del Crocifisso, perciò è stato portato in trionfo; e domandiamo tale protezione anche con l’intercessione di Maria.

Ecco il mio desiderio: se saremo risparmiati dai danni delle incursioni aeree, noi promettiamo e facciamo voto di erigere, quale parrocchia nel quartiere di Santa Lucia, a guerra terminata un tempio votivo al Cuore Immacolato di Maria, tempio che rappresenti nei secoli la nostra gratitudine al Signore”.

La guerra porterà al quartiere la nuova chiesa parrocchiale.

Rifugio Antiaereo

Emergenze di guerra involontariamente creano le premesse a una nuova connessione tra quartiere e città: viene scavato il rifugio antiaereo che a fine guerra sarà la Galleria della Conca d’oro.

L’ingegner Rota presenta un nuovo progetto per la chiesa:

In luglio si insedia il Comitato diocesano per il Tempio Votivo.

Mercoledì 27 agosto il “Giornale del Popolo” pubblica due lettere inviate da un gruppo di cittadini con “rilievi, osservazioni e proposte riguardo al voto per l’erezione del tempio del Cuore Immacolato di Maria Vergine”.

Si rileva come “…cosa non logica che tempio eretto a spese di una popolazione costruisca chiesa strettamente parrocchiale in zona Santa Lucia….alla quale dovrebbe pensare esclusivamente gli abitanti del rione…abitato per lo più da gente facoltosa che può sopperire al bisogno…”.

Si osserva anche che “…a definizione avvenuta della verità dei fatti…il Tempio Votivo venisse edificato alle Ghiaie di Bonate sul luogo evidentemente santificato dalla Madonna con la Sua presenza…” (riferimento alle 13 apparizioni della Madonna alle Ghiaie di Bonate nel maggio 1944 dichiarate dalla bambina Adelaide Roncalli).

Si propone anche, in alternativa alla costruzione di un nuovo tempio, di dedicare alla Vergine una cappella nella Cattedrale. Da ultimo si richiede di bandire concorso pubblico di idee e progetti per adempiere al voto, prescindendo dalle proposte maturate nel ristretto ambito della parrocchia di Santa Lucia.

La polemica innestata dalle lettere non troverà seguito.

Inizio costruzione Chiesa Santa Lucia

Il 25 aprile viene posa la prima (in effetti seconda) pietra del Tempio Votivo, quella che darà effettivamente inizio ai lavori. La pergamena murata accanto alla pietra riporta:

“CON L’AIUTO DI DIO E DI MARIA SANTISSIAMA
RICOMPOSTI NELLA PACE GLI ANIMI
NELLA CITTÀ INTATTA
IL CLERO E IL POPOLO DI BERGAMO
MEMORI DEL BENEFICIO RICEVUTO
MENTRE IL LORO VESCOVO ADRIANO BERNAREGGI
DEPONE LA PRIMA PIETRA AUGURALE DEL NUOVO TEMPIO
CHE SORGERÀ GLORIOSO
CON L’OFFERTA DI TUTTI IN ONORE
DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA SANTISSIMA
COMPIONO DEVOTI LA LORO PROMESSA
PREGANDO PER SÈ E PER I FIGLI
GIORNI PIU’ FAUSTI E PIÙ ONORATI”

La costruzione del Tempio si arresta per mancanza di fondi.

L’appello del vescovo pubblicato sulla “Vita diocesana” del maggio 1948 – mensile ufficiale della Curia – letto in tutte le chiese delle diocesi per ricordare il voto a tutta Bergamo, dice:
“…durante la guerra aveva promesso alla Vergine un segno esterno della sua riconoscenza, innalzando in onore del suo Cuore Immacolato un Tempio Votivo.

La costruzione del tempio si è ora arrestata per mancanza di fondi. Ma dopo il nuovo beneficio (l’esito delle consultazioni elettorali del 18 aprile) non si riscuoterà la città a ricordo del suo solenne impegno, e non rinnoverà il suo fermo proposito di condurre a termine il monumento della sua riconoscenza?”.

Costruita la cupola di Santa Lucia

Il 12 maggio la parrocchia di Santa Lucia viene riconosciuta civilmente. La parrocchia ha circa 3.000 abitanti. La cupola del tempio comincia ad emergere tra le case del quartiere.

Cupola Santa Lucia in costruzione

Fine della costruzione Chiesa di Santa Lucia

I lavori sono fermi. Il 25 aprile il vescovo dirà: “La nobile mole del grande edificio ancora deserta senza culto, è ricordo e monito ai Bergamaschi perché contemplino e riflettano”.

A settembre il Congresso Eucaristico diocesano e la proclamazione del dogma dell’Assunta, il I° novembre, incentivano la ripresa dei lavori e la fase finale della costruzione che assume anche il carattere di omaggio della diocesi al vescovo nel 20° anniversario della sua consacrazione episcopale.

Mons. Angelo Roncalli

25 aprile – La solenne consacrazione del Tempio Votivo al Cuore Immacolato di Maria avviene in coincidenza con la conclusione del Sinodo diocesano svoltosi il 23 e 24 aprile; la costruzione è completa. L’epigrafe latina voluta dal vescovo Bernareggi a fascia di tutto il perimetro esterno dell’edificio proclama:

“COLOMBA BELLISSIMA CHE PORTI L’ULIVO DELLA PACE
ACCOGLI IL VOTO DELLA CITTÀ INDENNE PER IL TUO SOCCORSO
TI RENDIAMO GRAZIE O CREATURA DELLA TRINITÀ
SIGNORA DELL’ALTISSIMO GAUDIO DELLA CHIESA SPERANZA DEL MONDO
A TE CHE HAI CALPESTATO IL MOSTRO DELLA GUERRA
DEDICHIAMO PER LE MANI DI ADRIANO VESCOVO QUESTO TEMPIO”

La funzione di consacrazione dura più di tre ore con grande concorso di popolo. Nell’altare maggiore vengono sigillate le reliquie dei santi Adriano, Alessandro, Grata e Lucia.

Da Parigi giunge il plauso e la benedizione di Mons. Angelo Roncalli, nunzio apostolico in Francia. L’edificio ha un diametro interno di 20 metri: l’altezza di 24 metri arriva a metri 30 al vertice della cupola. I progetti elaborati dall’ingegner Federico Rota prevedevano inizialmente (1939) un edificio a pianta rettangolare.

Poi prevalse la nuova e definitiva versione di un corpo cilindrico sormontato da cupola emisferica cieca, con profonda abside e scarselle sulle diagonali. L’esterno viene rivestito in conci di pietra di Credaro ben squadrati, con elementi in marmo di Zandobbio. Mancano ancora pavimenti, arredi e i rivestimenti delle pareti della navata. La chiesa viene da subito chiamata “Tempio votivo”.

L’Eco di Bergamo del 25 aprile informa che la spesa complessiva per la costruzione del Tempio ammonta a 48 milioni di lire. Relativamente al diretto contributo dei parrocchiani di Santa Lucia, dagli elenchi delle offerte pubblicati dal “Bollettino parrocchiale” si rileva un gettito costante dal 1947 al 1953: livello minimo nel 1949 con 5 milioni e mezzo per 1500 offerenti, livello massimo nel 1952 con 32 milioni e mezzo con 3000 offerenti.

I quattro stemmi modellati da Elia Ajolfi per l’altare del voto ricordano chi ha maggiormente contribuito all’adempimento: il vescovo Bernareggi, la diocesi, il Comune e la Provincia di Bergamo.

11 febbraio – Il Tempio è finalmente e definitivamente aperto al culto. Il 23 giugno muore il vescovo Bernareggi. Il primo di ottobre il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli benedice la Cappella della Pietà.

Il nuovo vescovo Giuseppe Piazzi consacra gli altari laterali. Giovanni Butta dona alla parrocchia pregevoli opere d’arte: “Sacra conversazione” attribuita ad Andrea del Sarto, “Deposizione” copia da Luca Giordano e Crocifisso seicentesco in avorio (ora sull’altare maggiore).

Viene istituita la parrocchia di S. Paolo.

Viene pubblicato il testo Tre “prime pietre” per Santa Lucia (testo di Emilia Bardi Marigo – in copertina “La chiesetta di santa Lucia” – dipinto di Mario Donizzetti).
(dalla dedicazione)

Al mio parroco degnissimo
Sac. Dr. Aquilina don Vittorio
Nel venticinquesimo anno della
Sua solerte attività parrocchiale
In Santa Lucia V.M. – Bergamo
(Bergamo – 21 maggio 1964 – Festa di S.Vittorio)

Il vescovo Clemente Gaddi benedice il nuovo mosaico absidale.

Viene nominato parroco Cesare Bonicelli.

La chiesa di Santa Lucia, accuratamente restaurata, viene riaperta al culto. La parrocchia conta circa 8.000 abitanti.

Nella ricorrenza del XXX° anno di consacrazione viene pubblicato l’opuscolo “Il tempio votivo della pace – Parrocchia di Santa Lucia”.

In ottobre Mons. Cesare Bonicelli viene consacrato vescovo di San Severo in Puglia. Gli succede come parroco Don Attilio Bianchi. Il vescovo Giulio Oggioni nominando parroco Don Attilio Bianchi gli dice: “Sei un lavoratore. Troverai dunque anche il tempo, in mezzo all’evangelizzare, di portare a termine il voto. Ricordaglielo che è un voto”.

Il Tempio riceve episodici interventi di manutenzione e di arredo per pavimenti, porte rivestimenti, intonaco fonoassorbente, fonte battesimale, riqualificazione del sagrato.

Il Tempio a colori

Con l’iniziativa “Tempo ai colori, colori al Tempio – per tracciare sui muri del Tempio i segni di una storia e della speranza”, la Comunità di Santa Lucia è chiamata “a dire la sua” sul volto artistico da definire per il Tempio, in quanto “le pareti del Tempio hanno sofferto di una nudità non elegante per troppi anni”.

L’architetto Franco Maffeis viene incaricato alla progettazione dei lavori di riqualificazione generale e integrazione architettonica dell’interno del Tempio.

Nel mese di aprile, in prossimità del 50° anniversario di consacrazione del Tempio, il Giornale di Santa Lucia pubblica un numero speciale che riporta a rassegna stampa gli articoli de l’Eco di Bergamo dedicati alla fabbrica del Tempio Votivo, dal 1943 al 1992.

I lavori iniziano nel 2003 e si protraggono fino al 2007. Gli interventi si propongono il rispetto dell’integrità dell’architettura originaria del Tempio, espressione compiuta delle convinzioni costruttive del primo dopo guerra.

“…Gli interventi s’ispirano a criteri di sobrietà e austerità per coinvolgere in linguaggio unitario anche le parti dell’edificio lasciate a suo tempo incompiute, valorizzando l‘unità dell’aula con l’arricchimento della luce zenitale naturale, tramite l’apertura della cupola sulla lanterna, e della luce artificiale tramite un cluster…”.
(Dalla presentazione del progetto)

Luca Rinaldi – sopraintendente ai Beni culturali in premessa ai restauri del 2000 dichiara:

“…L’ingegner Rota immagina uno spazio a pianta centrica per rigoroso rispetto alla tradizione. La dedicazione al Cuore Immacolato di Maria lo fa rientrare difatti tra i templi di devozione mariana, cui era naturalmente associato nella tradizione postridentina la scelta di una pianta centrale, in questo caso cupolata….

I richiami sono nel complesso a uno stile classico, depurato da un letterale citazionismo, ma risolto con toni enfatici…. Evita i riferimenti al tardo razionalismo per seguire una strada già tracciata negli anni trenta quando si volle mantenere il legame alla tradizione con la scelta di un monumentalismo classicheggiante.

L’intervento odierno si pone in continuità con il passato…. Con l’intervento odierno non si vuole sovrascrivere sul testo originario, ma adeguarlo funzionalmente e adattarlo con una integrazione di parti irrisolte e mai completate. Grande spazio viene dato dunque all’adeguamento impiantistico, acustico e luminoso, con la riapertura della luce della cupola e la collocazione del “cluster”, macchina multiuso che occupa il centro dello spazio.

Ciò si associa un adeguamento liturgico nel presbiterio”.

Opere di integrazione architettonica

Pubblicazione di “Il Tempio Votivo della pace a Bergamo – opere di integrazione architettonica”.
(dalla dedicazione)

“A monsignor Roberto Amadei che questo tempio ha abitato per molti anni da giovane prete,
e da vescovo ammirato ha visto trasformarsi in una chiesa calda e accoglienta per il popolo di Dio
che vive nel quartiere di Santa Lucia”

Insediamento del nuovo parroco Mons. Gervasoni.

Insediamento del nuovo parroco Mons. Alberto Carrara

Cupola di Santa Lucia Bergamo

Questa è la storia dei luoghi.

Una ben più importante storia racconta tutto quello che in 80 anni si è fatto per dare a questi luoghi un’anima.