Percorso Avvento 2024
Alla tua luce, vediamo la luce
Cammino di Avvento Natale 24
L’esperienza del buio è smarrimento, è forse paura, alla fine, è attesa.
E il sole sorge per liberare dalle tenebre. Ed è vita.
Un tempo come quello dell’avvento non è solo premessa alla celebrazione del Natale, non è solo tempo di preparazione, ma tempo di “compimento”.
I cristiani non mettono in scena la rappresentazione del Natale, ma vivono il tempo come esperienza del Natale. È tutta un’altra cosa!
Allora l’attesa è una dimensione essenziale.
Riempie lo sguardo.
Forte la provocazione a uscire dal proprio guscio, a diventare “cattolici”, ad essere capaci cioè di spingerci ai confini dell’umanità.
Sono i confini dell’uomo che cerca lo spazio di libertà della sua vita, che cerca quel Dio capace di interrogare le sue scelte, le sue azioni, il suo cuore.
Sì, l’attesa apre il cuore.
C’è il pericolo di una sclerocardia che genera freddezza, superficialità, rifiuto. Il rifiuto di stare dentro la storia con passione, stringendo sempre di più il campo attorno al proprio piccolo interesse, alla gratificazione del momento, alla sete di possedere che rapisce persino i sentimenti dell’altro. Un cuore aperto non ha il timore del futuro, non esita davanti alla possibilità di percorrere sentieri impervi pur di scrivere pagine di prossimità e fratellanza.
Così l’attesa illumina il cammino.
Con in mano la lampada della fede il credente percorre chilometri di misericordia, scala montagne di bontà, raccoglie frammenti di umanità e s’immerge nella preghiera.
Un tempo privilegiato perché la preghiera sia ascolto della Parola e vicinanza al respiro dell’uomo; un tempo di attesa perché l’incontro con il Mistero avvenga nella scoperta della bellezza che abita l’uomo e gli affida una fede liberante e generativa.
Questo tempo non è solo un tempo di preparazione, ma di conversione alla luce. Ne è segno la città illuminata, l’albero decorato, ma soprattutto quella luce di umanità che attraversa lo spazio del presepe e ci riconsegna la luce propria di Dio: quella salvezza concreta che fa dell’uomo, capax Dei, un prodigio della creazione.
Il nostro avvento sia un tempo di attesa che si esprime attraverso la decisione di vivere l’incontro con la Parola, il silenzio della preghiera, l’Eucaristia della comunità, la carità come prossimità.
Ecco le proposte:
L’incontro con la Parola
La testimonianza dell’evangelista Luca ci trovi pronti ogni giorno al dialogo con la Parola. Una pagina, qualche riga, una singola parola da custodire nel cuore dall’alba al tramonto e da consegnare alla notte nel riposo. Un esercizio personale che metta sulle nostre labbra parole belle, positive, parole evangeliche nell’incontro con le persone.
In comunità ad ogni celebrazione ci sarà un pensiero di riflessione, in particolare il martedì sarà il giorno dell’incontro con la Parola:
- alle 9 in chiesina liturgia della Parola: proclamazione, riflessione, condivisione e distribuzione dell’Eucaristia alla luce della Parola del giorno;
- alle 18 sempre in chiesina la celebrazione con omelia;
- alle 20,45: Una Parola per te. Ascolto, silenzio, preghiera sulla Parola. Ci guideranno le componenti della Comunità Effatà della nostra diocesi.
Il silenzio della preghiera
Ogni giorno “Take your time” offre l’opportunità di una breve preghiera, che può diventare continua con il versetto del salmo responsoriale della liturgia quotidiana.
Ogni giovedì in chiesina dalle 17,30 alla Celebrazione delle 18 c’è un tempo di Adorazione eucaristica guidata con i testi della liturgia della domenica; ogni domenica al Tempio dalle 18 l’Adorazione Eucaristica è silenziosa e si conclude con la preghiera del Vespro alle 18,30 prima della Celebrazione vespertina.
L’Eucaristia della comunità
È un dono grande l’Eucaristia, forse non ce ne rendiamo nemmeno conto! Ogni giorno è possibilità per chi può gestire il suo tempo con agio e liberta. La domenica è il giorno della Chiesa, della comunità che si raccoglie per la Parola, il Pane e la condivisione della fede. Appuntamento immancabile per un cristiano che cerca, interroga, attende…un incontro di vita.
La carità come prossimità
È invito alla generosità, al pensiero di quel bene comune che ci chiede partecipazione, disponibilità e coscienza. È così che la comunità dei cristiani diventa segno nel quartiere, diventa cura di quella carità che matura nella condivisione del tempo e, perché no, dei soldi.
La condivisione delle “spese” della comunità matura nel dono.
Dono che sostiene l’ordinario, dono che incentiva l’azione di carità.
Anche quest’anno per la “busta di Natale” il consiglio degli affari economici evidenzia una serie di interventi urgenti e necessari.
Il tarlo ha trovato cibo per i suoi denti nei banchi del Tempio e nei confessionali. Una spesa che si aggira suoi 20,000,00€ per una bonifica significativa e che duri nel tempo.
Da tempo alcuni lamentano, nonostante tutti gli interventi precedenti, un’acustica debole. Abbiamo contattato diverse ditte per dei preventivi con strumenti molto sofisticati e si sta valutando cosa fare. Anche qui la spesa si aggira sui 13.000,00€.
Si presentano alcune magagne sui tetti del 12 di via Torino e del complesso della chiesina di Santa Lucia. Non c’è ancora un preventivo, ma è sicuramente un intervento che non può essere procrastinato molto.
In oratorio, croce e delizia, il materiale posato più di 10 anni fa nei diversi campetti è ormai consunto e diventa pericoloso per chi lo calpesta. Di certo la spesa non sarà inferiore ai 15,000,00€.
Gli immobili utilizzati per le diverse accoglienze presentano grossi problemi di sicurezza e degrado per interventi che ormai sono lontani nel tempo. La decisione temporanea è quella di liberare al più presto gli immobili per poi ripensarne l’utilizzo e la gestione. Qualche pensiero si è già avviato all’ultimo consiglio di Chiesa.
A questo si aggiunge la gestione ordinaria che si cerca di contenere sempre di più grazie alla dedizione e competenza dei membri del Consiglio per gli Affari Economici.
La “busta di Natale” sarà provvidenza per tutto questo.
Tutto questo per vivere l’attesa, per condividere il dono, per nutrire la fede, per sentirci ed essere sempre più comunità.
La domanda del Vangelo che ritma il cammino pastorale della nostra comunità in questo anno ci interpella con forza: A che cosa è simile il Regno di Dio?
Una possibilità di risposta nella Lettera alla comunità: “… la domanda rimane aperta”.
Interpella con forza ciascuno e l’intera comunità. Ogni battezzato, ognuno di noi, qualunque sia la nostra risposta nella vocazione alla vita. E la comunità è luogo di corresponsabilità. E’ casa di compassione, accoglienza, prossimità e fraternità chiedono il dialogo con la vita, quella vera. Chiamarci fuori è tradire noi stessi, rifiutare la fede…
Sentirci coinvolti è aprirci alla speranza!”.
Buon avvento!